Giotto e le leggende sulla sua vita

Avete mai guardato il disegno che c’è sulle scatole delle matite Giotto? E sapete disegnare la O di Giotto?
L’8 gennaio 1337 Giotto muore, all’età di 70 anni. L’artista è conosciuto da tutti per le sue rivoluzionarie idee sulla rappresentazione dello spazio.

Ma fu anche un artista intorno al quale nacquero tantissime leggende, spesso a causa di Giorgio Vasari che trascriveva come verità delle storie che venivano tramandate.

Alcune di queste storie negli anni sono state sfatate. Vediamone qualcuna ( e alla fine vi racconto anche una curiosità che forse non conoscevate).

Secondo il Vasari e il Ghiberti, una volta Cimabue stava cavalcando nel Mugello e vide un bambino che pascolava le pecore. Ma il ragazzo, anziché guardare il bestiame, stava disegnando ciò che vedeva su una pietra con un carboncino. Cimabue stupefatto dal talento del bambino decise di portarlo con se a bottega a Firenze e di farne un suo allievo.Molto meno divertente è la realtà.Il padre di Giotto, di nome Bondone, iscrisse il bambino all’arte della lana per farne un tessitore. Ma il ragazzino voleva diventare un pittore e alla fine il padre si convinse di metterlo a bottega da Cimabue. E che sia legato all’arte della lana non dimenticatelo, perché c’è una curiosità…

La O di Giotto. 
Secondo il Vasari, Giotto sarebbe stato così bravo che fin da ragazzo sapeva disegnare un cerchio perfetto a mano libera.Papa Bonifacio VIII desiderava che fosse realizzato un suo ritratto, quindi cercò un giovane artista promettente e dotato e scelse una rosa di pittori, che avrebbero dovuto mandare al pontefice un’opera di prova.
Giotto, già conosciuto dal papa per il bellissimo crocifisso di Santa Maria Novella, diede all’ambasciatore un foglio con un cerchio perfetto. Quando l’ambasciatore chiese a Giotto se era tutto ciò che l’artista aveva da dargli, lui rispose semplicemente “al Papa piacerà”.Quando il Papa vide la perfezione del cerchio, decise di chiamare il pittore fiorentino a Roma per gli affreschi di San Giovanni in laterano.In realtà non esistono tracce certe di opere di Giotto a Roma se non un affresco che mostra Bonifacio VIII che indice il giubileo, attribuito al pittore fiorentino.

L’ultima leggenda che vi raccontiamo è della mosca di Giotto.
Sempre secondo il Vasari, una volta Cimabue uscì da bottega e Giotto, per prendersi gioco del maestro, dipinse su una pala d’altare una mosca così realistica che, quando il maestro tornò per continuare il suo lavoro, il primo gesto fu di cercare di scacciare l’insetto.

Queste sono leggende, ma una verità poco conosciuta è: come utilizzava Giotto una parte dei suoi guadagni? Facendo qualcosa di molto poco gentile… Comprava dei telai da noleggiare, ad altissimi prezzi, ai lavoratori dell’arte della lana che conosceva tramite il padre e per aver fatto parte della Corporazione dei lanai. Si dice che i prezzi fossero davvero altissimi per il noleggio!